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Nell'estate del 1964, il giovane tenente Nicolò Bozzo, è comandato a gestire le celle di sicurezza dell'aeroporto milanese di Linate di cui nessuno conosce l'esistenza. Anni dopo, allo scoppio dello scandalo Sifar, scoprirà che avrebbe dovuto prendere in custodia i cosiddetti "enucleandi", esponenti politici comunisti e socialisti, da trasferire in Sardegna, nel quadro del "Piano Solo", il colpo di Stato progettato dal generale De Lorenzo. Nel 1972 viene chiamato allo Stato maggiore della "Pastrengo" e vede con occhio critico la formazione di un singolare gruppo di potere parallelo onnipresente nella strategia della tensione e in altri fatti oscuri che gravano sulla nostra Repubblica. Negli anni di piombo, il generale Carlo Alberto dalla Chiesa lo vuole accanto a sé nei reparti speciali antiterrorismo, di cui è responsabile per il settore del Nord Italia. Presidente del Cocer carabinieri, la rappresentanza militare dell'Arma, non esiterà a denunciare le connivenze e le infiltrazioni della P2 di Licio Gelli. Una lealtà verso le istituzioni che non gli verrà mai perdonata da quei settori dell'Arma e della politica sensibili ai richiami del Gran Maestro Venerabile. Emarginato, riuscirà ancora ad avere un ruolo di protagonista nell'indagine sul presidente della Regione Liguria Teardo, una sorta di prova generale di "Mani pulite". La sua carriera riprenderà soltanto alla fine degli anni Ottanta, dopo una serie di denunce personali e pubbliche.